Quasi 8000 i visitatori dell’edizione di febbraio di Texworld Evolution Paris provenienti da una ventina di Paesi. Un aumento di quasi tre volte rispetto al febbraio 2022 – sono venuti a incontrare i 750 espositori raggruppati nel padiglione 4 del Centro Esposizioni di Parigi – Le Bourget. Questo aumento significativo dimostra la capacità di Texworld Evolution Paris di rispondere alla riapertura dei flussi commerciali con i principali Paesi fornitori di prodotti tessili.
Questa edizione, molto internazionale, è stata sottolineata dal ritorno degli espositori cinesi. Dopo tre anni di assenza, quasi 450 aziende, tessitori e confezionisti, sono venuti a incontrare i compratori internazionali e soprattutto europei. Nel complesso, è stata un’edizione che ha rispecchiato la tanto attesa riapertura al mondo con il ritorno di produttori indiani, indonesiani, ma anche coreani o del Bangladesh. Anche i produttori turchi, con 122 aziende presenti quest’anno, di cui 94 raggruppate nel padiglione nazionale guidato dalla Camera di Commercio di Istanbul (ITO), hanno avuto un ruolo di primo piano.
“Il successo di questa edizione dimostra la nostra capacità di adattamento. Dimostra anche che le nostre fiere sono piattaforme internazionali di sourcing aperte. E rimarranno tali. L’offerta deve rimanere organizzata in base alle aspettative degli acquirenti, che vengono qui per trovare un know-how industriale di qualità per produrre le loro collezioni nelle migliori condizioni e al miglior prezzo. Il nostro obiettivo è quello di rendere sempre accessibile e visibile questa offerta”, sottolinea Frédéric Bougeard, presidente di Messe Frankfurt France.
Texworld Evolution Paris ha deciso di spostare tutte le sue edizioni estive a Parigi intra-muros. Dal 3 al 5 luglio, Apparel Sourcing Paris, Avantex Paris e Texworld Paris, così come l’offerta Leatherworld, si svolgeranno su 45.000 m² nel padiglione 1 del Centro Esposizioni Porte de Versailles (rispetto ai 25.000 m² dell’edizione di febbraio 2023). Sono attesi quasi 1.300 espositori, con una maggiore partecipazione di produttori cinesi, indiani, turchi, coreani, vietnamiti, ghanesi ed etiopi.